Elcograf, chiesta la CIG per 310 dipendenti

28 gennaio 2014
Un 2014 iniziato in salita per l'azienda grafica Elcograf, la ex Mondadori Printing, che nei prossimi giorni chiederà la cassa integrazione straordinaria per 310 dipendenti dello stabilimento di Borgo Venezia e altri 47 in quello di Madone nel Bergamasco.

«Inizialmente si era deciso di fare domanda di cigs per 210 persone: il
numero è aumentato di 100 unità, a causa della mancata acquisizione di
alcune commesse, che si è verificata nelle ultime settimane», spiega
Maurizio Vercelli, responsabile del personale di Elcograf. «In
considerazione del grave momento congiunturale attraversato, infatti,
l'azienda non può più sostenere i pesanti oneri connessi
all'acquisizione di commesse a marginalità negativa».
Il riferimento
è in particolare la stampa del catalogo generale del colosso svedese
Ikea, che da decenni prendeva forma proprio nelle rotative dello
stabilimento di Borgo Venezia.
LA GARA DELL'IKEA. L'esclusione di
Elcograf dalla gara Ikea non potrà che avere pesanti ripercussioni sui
carichi di lavoro dei dipendenti: da ciò deriverebbe l'estensione della
richiesta di cigs a oltre 300 addetti.
Dura la reazione delle
organizzazioni sindacali Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ulg carta e
stampa, e della Rsu, che «esprimono la loro assoluta contrarietà a
quanto l'azienda ha comunicato in merito alla vicenda della commessa
Ikea e più in generale sulla strategia aziendale, tendente a
rinchiudersi su poche commesse dal dubbio margine, rinunciando di fatto a
governare e controllare il mercato», si legge in una nota unitaria.
«Riteniamo miope una strategia basata unicamente sul contenimento dei
costi del lavoro, senza nessuna visione strategica del futuro».
TAGLI
AL SALARIO. Già la scorsa estate, come ricordano i sindacati, i
lavoratori di Elcograf avevano rinunciato a una quota del salario
integrativo, ritenendolo un sacrificio necessario per ridare
competitività alla fabbrica. Tutto ciò, evidentemente, non è stato
sufficiente.
«Ribadiamo che per noi questa è una strategia
inaccettabile», sostengono Ivano Zampolli (Uil), Antonio Belviso (Cisl),
Emanuele Bellomi (Cgil) e Alberto Pietropoli (Ugl). «Pertanto
chiederemo una serie di incontri urgenti per delineare un piano di
rilancio e per capire, insieme a tutti i soggetti della città, le reali
intenzioni e la volontà di questa proprietà di mantenere vivo il sito di
Verona».
ASSEMBLEA GENERALE. Sempre nei prossimi giorni verrà
indetta l'assemblea generale per valutare con i lavoratori i percorsi e
le iniziative da intraprendere.
A tutto ciò si deve aggiungere un
ulteriore problema. Il 7 gennaio azienda e sindacati avevano raggiunto
un accordo sui futuri prepensionamenti, che avrebbero interessato 72
addetti, di cui 60 dello stabilimento scaligero. Il 16 gennaio, però,
sulla Gazzetta ufficiale è stata pubblicato un nuovo decreto, che
interviene sulla legge dell'editoria 416/81 e ha valore retroattivo al
31 agosto 2013.
I dipendenti di aziende in crisi non potranno più
andare in prepensionamento dopo aver versato 32 anni di contributi, ma
dopo almeno 35 anni di anzianità contributiva a decorrere dal 1° gennaio
2014, 36 anni dal 2016 e 37 anni dal 2018. Dei 72 lavoratori Elcograf
solo una decina risulterebbero avere questi nuovi requisiti: cosa
accadrebbe, dunque, agli altri?
TUTTI DA GIOVANNINI. Proprio per
chiedere delucidazioni in materia, i sindacati e Assografici hanno
incontrato ieri il ministro al Lavoro Enrico Giovannini, che si è
riservato di valutare se il nuovo decreto dovrà essere applicato anche
agli accordi siglati prima del 16 gennaio o meno.

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